Impariamo giorno dopo giorno ad essere calmi, a non reagire prima di conoscere, ad assaporare lo scorrere delle ore e delle distanze.
Oggi sappiamo che partiremo quando saremo pronti per partire, che faremo le pause ogni volta che sentiremo la necessità di riprendere energia, che ci fermeremo per la sosta della notte in qualsiasi momento verremo invitati ad una dimora, che accetteremo aiuto tutte le volte che ci verrà offerto e che accoglieremo, come buon auspicio, di deviare il nostro percorso quando si presenterà un ostacolo o un proprietario terriero indisposto nei nostri confronti, perché la nuova via che ci troveremo a percorrere ci porterà anche oggi ad un incontro speciale.
Alla sera, quando siamo pronti con la cena e volgiamo al riposo, guardiamo la mappa e scriviamo una traccia nella direzione in cui intendiamo camminare domani. Poi con le mappe satellitari scrutiamo le aree comprese fra il 13° e il 16° chilometro per individuare quelle architetture che assomigliano a fattorie. E così ci facciamo una idea di dove possiamo andare a bussare per il prossimo pernottamento. Questo è il nostro piano plausibile, perché camminare 15 chilometri in un giorno per noi è più che sufficiente. Il satellite però non ci dice se quei posti fotografati esistono ancora, se sono abitati oppure no e chi è che ci vive. Quindi il nostro piano in sostanza è virtuale, ma questo ci basta per indirizzare i nostri passi... il resto lo fanno Toni e AuroraAlba.
Con loro possiamo affrontare ogni giorno un nuovo cammino, certi di trovare entro sera un ospite pronto ad offrirci un lembo di prato dove poterci accampare, un rubinetto da cui prendere acqua e un'indicazione dove poter trovare un po' di fieno qualora lui non ne abbia in deposito. Questo è il nostro impegno quotidiano: portare Toni e AuroraAlba fra la gente e trovare un luogo adeguato dove possano riposare la notte e nutrirsi. Quando piove cerchiamo per loro anche una tettoia. Quando loro hanno avuto quello di cui hanno bisogno, per noi inizia un nuovo capitolo della giornata: l'incontro con il nostro ospite/i. Per questo continuiamo a portare con noi un giovane albero che lasciamo ad ogni nuovo ospite in cambio dell'ospitalità. Da qui, la drammaturgia dei nostri incontri si sviluppa in maniera sempre diversa e unica regalandoci sfumature e variazioni intorno ad una attitudine diffusa: aiutare il viandante che arriva in compagnia di un asino. Qualche giorno fa, Tom, un pedagogo settantaduenne in pensione, ci ha detto :"È speciale per me incontrare le persone che arrivano camminando perché io vorrei essere colui che arriva camminando. Però ora per me è troppo tardi.... ma è sempre stato tardi nella mia vita perché c'era sempre qualcosa che dovevo fare prima".
venerdì 30 giugno 2017
mercoledì 28 giugno 2017
15° giorno di cammino
Italia, Svezia, andata e ritorno. 15° giorno di viaggio. Oggi siamo fermi a Nørager, un paesino della mitjylland danese. Due giorni fa abbiamo incontrato Søren a Lime, dove lui lavora, e subito ci ha invitato a passare dove vive lui, appunto a Nørager. Ci ha detto che lui ha cavalli e i suoi vicini sono asinari. E ci ha mostrato sulla mappa dove esattamente si trova la sua proprietà. Nei nostri piani avremmo dovuto muoverci in direzione sud-est, da Lime verso Feldballe, invece Nørager è situato a nord-est di Lime. Cosa fare in queste circostanze? Io ho detto con gentilezza a Søren che per noi questa deviazione significa aggiungere alla nostra previsione una cinquantina di chilometri, circa 3 giorni di cammino. E lui, con la pipa stretta fra i denti e lo sguardo obliquo su di me mi ha detto :"you don't seem to be buzy".
Ed eccoci a casa di Søren a Nørager. È stata una tappa lunga per arrivare qui, 26 km circa di cammino, ma quello che abbiamo imparato sui nostri piedi in questo anno e mezzo di nomadismo è che c'è sempre una ragione per ogni passo che facciamo.
E sono sempre buone ragioni quelle che accompagnano il nostro vagabondaggio con gli asini.
Siamo giunti presso la proprietà di Søren intorno alle 19.30, lui era ad aspettarci seminascosto nella penombra di una veranda. Søren è un cowboy e un musicista, indossa il gilet sopra la camicia e un cappello a tesa larga. Il suo sguardo è ruvido e carico di malinconia, ma anche fragile e disilluso. E penso che è bello che siamo arrivati qui con Toni e AuroraAlba.
Ed ora noi 4 ci meritiamo un giusto riposo, per questo abbiamo deciso di fermarci qui per 4 giorni. Staremo 2 notti da Søren e Karin e altre 2 notti dai vicini asinari Birgitte e Peter. Oggi pomeriggio andiamo a conoscere da vicino gli asini di Birgitte e Peter e venerdì sera qui da Søren ci sarà musica dal vivo, come tutti i venerdì.
Ed eccoci a casa di Søren a Nørager. È stata una tappa lunga per arrivare qui, 26 km circa di cammino, ma quello che abbiamo imparato sui nostri piedi in questo anno e mezzo di nomadismo è che c'è sempre una ragione per ogni passo che facciamo.
E sono sempre buone ragioni quelle che accompagnano il nostro vagabondaggio con gli asini.
Siamo giunti presso la proprietà di Søren intorno alle 19.30, lui era ad aspettarci seminascosto nella penombra di una veranda. Søren è un cowboy e un musicista, indossa il gilet sopra la camicia e un cappello a tesa larga. Il suo sguardo è ruvido e carico di malinconia, ma anche fragile e disilluso. E penso che è bello che siamo arrivati qui con Toni e AuroraAlba.
Ed ora noi 4 ci meritiamo un giusto riposo, per questo abbiamo deciso di fermarci qui per 4 giorni. Staremo 2 notti da Søren e Karin e altre 2 notti dai vicini asinari Birgitte e Peter. Oggi pomeriggio andiamo a conoscere da vicino gli asini di Birgitte e Peter e venerdì sera qui da Søren ci sarà musica dal vivo, come tutti i venerdì.
E questo venerdì ci saremo anche noi, venuti da lontano in compagnia due asini.
domenica 11 giugno 2017
Il giorno della partenza
Cosa significa per me questo nuovo cammino? Come mi preparo?
Sento che una parte di me è pronta ad inseguire l'infinito, un'altra indossa le vesti di paladino di pace. Ma un'altra parte di me, la più testarda, si prepara al fine di eccedere nella realtà per riuscire a violarne i confini che ho imparato.
Attenzione però, non mi sto accingendo a compiere un'impresa o a vivere un'avventura, come possono presumere le premesse tutt'altro, mi rimetto all'indicazione logica e conseguente del mio esistere come essere umano.
I preparativi per questo tipo di viaggio non hanno fine, c'è sempre qualcosa da mettere a punto, fino all'ultimo momento, ma so che quando giungerà il giorno della partenza, l'urgenza dei passi concreti spazzerà via ogni pensiero.
Ora però è il momento di salutare ogni amico. Sembra una stupidaggine, ma trovare il modo più adeguato per farlo, in tali circostanze, non è per niente facile.
Ecco cosa farò, verrò a voi in qualche modo, vi farò visita, ad uno ad uno, per dirvi "arrivederci", cercando di sintetizzare nel mio commiato tutti i sentimenti che provo per voi.
Anche se, dentro di me, sarò a conoscenza del fatto che questo nuovo cammino potrebbe essere senza ritorno e per questo motivo, quando vi dirò "arrivederci", mi vedrete abbassare lo sguardo e vi abbraccerò stretti. In me sarà forte il desiderio di rimanere abbracciato ad
ognuno di voi per sempre, sarò carico di incertezza e in essa tutte le mie emozioni si agiteranno.
Sto per partire, fra poco mi allontanerò da questa riva e da voi, questo è il dato di fatto. E per questo, quando partirò, piangerò dentro.
Ma è la mia stessa natura che mi vuole viandante e che rende tangibili questi sentimenti e che mi darà la forza di attraversare ancora una vota la nostra separazione.
E per questa stessa natura non posso far altro che alzare un'altra volta il calice e brindare insieme a voi in onore dell'amicizia e in onore della vita che oggi spalanca davanti a noi questa nuova via di semina.
“Sappi che oggi parto con addosso i panni di servo e di pastore, condurrò nei giorni a venire gli asini fra la gente. Con zelo e modestia mi dedicherò a questa missione perché loro incarnano la pace e suscitano letizia.
Arrivederci dunque amico mio!”
Allora, quando vi avrò salutati, sarò pronto per partire.
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